The Outlook era la rubrica che B.-P. ha, per trent'anni, tenuto su "The Scouter", la rivista per capi scout dell'associazione Scout Britannica. Alla sua morte gli articoli sono stati raccolti in un libro: "The B.-P. Outlook"
Di seguito iniziamo la traduzione di brevi stralci dall'opera del fondatore dello scoutismo mondiale.
dal 1909 al 1912
Gli scopi di un Campo sono: (a) andare incontro al desiderio di vita scout all'aria aperta dei ragazzi, e (b) porre gli stessi nelle mani del loro Capo Unità per un periodo definito di tempo allo scopo di addestrarli individualmente nel carattere, spirito di iniziativa, sviluppo fisico e morale.
Questi obiettivi vengono in gran parte meno se il campo è molto grande. La sola disciplina che può essere praticata in queste circostanze è quella militare la quale tende a distruggere individualità e iniziativa, anziché promuoverle. Inoltre, a causa del gran numero di ragazzi presenti, le esercitazioni militari prenderanno molto spazio, a discapito delle pratiche di scouting e dello studio della natura.
Da questo si evince che i campi Scout dovrebbero essere piccoli - non più di un Reparto accampato assieme. Inoltre ogni pattuglia dovrebbe avere la propria tenda ad una certa distanza dalle altre (almeno 90 metri). Quest'ultimo accorgimento è finalizzato a sviluppare la responsabilità del Capo Pattuglia verso la propria unità. Ancora, la località del campo dovrebbe essere scelta per le sue strutture scout.
B.-P.
Di recente abbiamo approvato una serie di distintivi di specialità che, si spera, serviranno come incoraggiamento agli scout per diventare persone utili, capaci, sia in patria che nelle colonie.
Mentre le specialità erano in fase di valutazione ci è giunta voce che in alcuni centri la difficoltà di superare le prove per qualsiasi badge, stava diventando talmente grande che quella che era stata concepita come una misura per interessare i ragazzi si era rapidamente trasformata in un altra "paura dell'esame".
Questo, temo, è dovuto a dei difetti nell'applicazione dell'idea.
Questi distintivi vogliono semplicemente essere un incoraggiamento per i ragazzi a praticare un hobby o una professione e a fare in essa qualche progresso: i badge sono un simbolo per comunicare agli estanei che il ragazzo si è interessato di qualcosa, non sono destinate a certificare che egli è un maestro nel mestiere.
Pertanto gli esaminatori non dovrebbero mirare ad uno standard troppo alto, specialmente nei primi badge.
Alcuni sono inclini ad insistere che i loro scout dovrebbero essere degli specialisti di prim'ordine, prima di poter ottenere un badge. Questo è molto giusto, in teoria. Si ottengono così alcuni ragazzi piuttosto abili, ma il nostro scopo è quello di interessare tutti i ragazzi, e ogni ragazzo è iniziato ad un hobby o due, in modo tale che egli possa finalmente trovare quello che si adatta di lui nel migliore dei modi, quello che magari gli possa offrire un carriera per la vita.
Il capo scout che, usando la sua discrezione, metterà, tanto per iniziare, i ragazzi di fronte a uno o due facili compiti, li vedrà progredire rapidamente in confidenza e acume, mentre se darà loro, fin dall'inizio, un muro di pietra verticale, li renderà timorosi e insicuri.
Allo stesso tempo, si consiglia di non cadere nell'altro estremo, di cui esiste anche il pericolo, e cioè distribuire i distintivi a fronte di una conoscenza superficiale.
Si tratta di una questione su cui gli esaminatori dovrebbero usare il loro buon senso e discernimento, mantenendo l'obiettivo principale bene in vista.
B.-P.
Aprile 1910
Nell'esercito abbiamo alcuni obiettivi su cui puntare nella formazione dei nostri uomini, ma lungo il corso degli anni le routine della formazione sono diventate così importanti che in molti casi se ne è perso di vista il vero scopo.
Prendiamo, per esempio, l'esercizio con la spada. Ecco un numero di reclute che vengono istruite per diventare combattenti esperti. A questo fine vengono posti in una squadra e addestrati ad assumere certe posizioni, ad eseguire fendenti, affondi, e guardie secondo un protocollo approvato. Così, non appena essi riescono ad eseguire gli esercizi in modo corretto e come un solo uomo - ed è un lavoro che richiede mesi - vengono classificati come spadaccini efficienti, quando in realtà non sono in grado di combattere un nemico più di quanto non sappia fare uno stivale. L'obiettivo della loro istruzione è stato trascurato nello sviluppo delle fasi che dovevano portare ad esso.
Mi auguro che lo stesso errore non si verifichi con frequenza in noi Boy Scouts. Dobbiamo mantenere sempre il grande obiettivo davanti a noi muovendo costantemente i nostri passi in quella direzione.
E questo obiettivo è quello di rendere il nostro paese una nazione di persone energiche, di lavoratori capaci, di buoni cittadini, sia per la vita in Gran Bretagna che nelle colonie.
La strada migliore a tale scopo è quella di fare in modo che i ragazzi imparino per sè stessi, offrendo loro un percorso di crescita attraente, piuttosto che imporgli a colpi di martello una qualche forma di arido insegnamento.
Dobbiamo anche ricordare che la maggior parte dei ragazzi è già stanca dopo le ore di scuola o di laboratorio, e la nostra formazione dovrebbe quindi essere vissuta come una forma di ricreazione ed essere svolta il più possibile all'aperto.
Questo è l'obiettivo delle nostre specialità, dei giochi, degli esempi e degli standard scout.
Se leggerete ancora una volta "Scautismo per ragazzi" con il "grande obiettivo" davanti agli occhi, riuscirete a comprenderne il significato più chiaramente.
E aver presente il "grande obiettivo" non significa operare solo con i vostri collaboratori, ma anche con tutte le organizzazioni che lavorano per il nostro stesso fine.
In un grande movimento con un grande obiettivo non c'è spazio per piccole iniziative personali, dobbiamo tralasciare le idee minori e unire le forze in una grande "combine" per affrontare con efficacia il problema. Noi dei Boy Scout giochiamo nella stessa squadra con i Boys' Brigade, la Church Lads, l'YMCA, il Dipartimento per l'Istruzione e altri.
La cooperazione è l'unico modo d'agire, se si intende raggiungere il successo.
Maggio, 1910.
Quando visito un distretto per ispezionare gli scout si tiene una grande parata in modo tale che siano presenti nel maggior numero possibile.
Ma se questo è l'unico modo in cui un gran numero di Scout può essere visto in una sola volta, credo che tutti noi dobbiamo sentire - Scout, capi scout, ed io stesso - che questa è, dopo tutto, una cosa formale e in realtà non offre molte opportunità di verifica delle qualità individuali dei ragazzi o dei Capi.
Ho pertanto deciso, ogni volta che ho un'ora o due di tempo libero, di osservare gli scout nel loro lavoro quando non sono sotto i riflettori di un controllo formale.
L'ho fatto diverse volte recentemente, di regola senza essere riconosciuto dal Reparto questione. E una o due cose che ho notato possono interessare.
Sono stato nel complesso molto soddisfatto di quello che ho visto, ma non ho bisogno di dilungarmi su questo. Vorrei piuttosto sottolineare alcune cose che penso possano essere migliorate e sono sicuro che i Capi Scout non penseranno che sto scrivendo mosso da un pedante spirito critico, bensì con l'unico desiderio di aiutarli nel loro lavoro.
In primo luogo, molti Capi Scout sembrano aver letto "Scautismo per ragazzi" una sola volta per poi rivolgersi ad altre forme di educazione, alcune delle quali non sono sempre adatte ai ragazzi.
Come ho già scritto, il grande obiettivo dovrebbe venire prima di tutto, mentre alcuni capi scout hanno evidentemente a ripiegato su certe idee di addestramento che erano loro familiari, ma che in realtà non hanno alcuna relazione con la formazione del carattere individuale dei ragazzi.
Troppe parate e troppo poco pionierismo, è un difetto consueto. Il nostro obiettivo è rendere i ragazzi disciplinati nell'utilizzo del loro proprio ingegno - più sull'esempio della versatilità del marinaio, che sulla vita meccanica e routinaria del soldato. Annotazione per le linee del manuale e sviluppare su questo.
Giugno 1910.