Boy Scout n.1, 1945 - Perché è risorto il CNGEI

1945, Boy Scout n. 1: Perché è risorto il C.N.G.E.I.

Vediamo perplessità in più di un profano, anche di qualche vecchio Scout, di fronte alla rinascita del Corpo Nazionale G.E.I. Sentiamo i loro interrogativi: «Perché creare nuovamente il dualismo di due associazioni scoutistiche? Perché disperdere delle energie in una azione indipendente e non far causa comune, integralmente, in una sola organizzazione, con l'A.S.C.I.? L'unione di tutte le energie non darebbe migliori risultati, nello stesso interesse dello Scoutismo Italiano?»

Alla riaffermazione dei caratteri essenziali del C.N. - apoliticità e aconfessionalismo - il coro dei dubbiosi ci sembra aumentare ancora. «Apolitico? In un momento come l'attuale, in cui tante energie sono assorbite proprio per la ricostruzione politica del Paese? Non sarà equivalente di «senza nessun appoggio?» Non significherà essere senza mezzi, proprio quando tutto è materialmente tanto difficile ed i giovani mal si adattano a dimenticare le larghezze usate nei loro confronti in epoca non lontana? Aconfessionale? Quando sofferenze e miserie hanno accentuato la religiosità di molti strati sociali? E tutto questo nell'atmosfera di scarso interesse per noi che è originata dalla tendenza, nei partiti politici, di occuparsi della «loro» gioventù, e con l'attrazione logicamente esercitata dall'associazione cattolica così ricca di fede e di uomini?

E sentiamo una domanda ansiosa da parte di qualcuno degli stessi fedeli di un tempo: «Vale la pena? O non è una battaglia perduta?»

Francamente, anche noi ci siamo poste queste domande.

Preoccupati unicamente del bene del nostro Paese e dell'educazione della gioventù, convinti del ruolo che lo scoutismo può svolgere a questi fini, abbiamo posto queste ed altre questioni alla nostra coscienza, con lealtà e con crudezza.

Ed abbiamo risposto a noi stessi che era nostro dovere far rinascere il vecchio C.N. ed abbiamo fatto risuonare il richiamo attraverso la Giungla, muta da diciassette anni, a svegliare i Clan dormenti od a riunire i disciolti, chiamandoli tutti nuovamente a raccolta.

La costituzione della Federazione Esploratori Italiani; i risultati già ottenuti nel nostro settore dalla rinascita, nel 1944, a sud di Firenze; quelli promettentissimi che già si annunziano nelle principali città del Nord, sembrerebbero darci ragione. Ma noi vogliamo spiegare ai vecchi e nuovi amici, ed a chi potesse ancora dubitare, i moventi della nostra azione; vogliamo rispondere alla questione essenziale: «Perché è risorto il C.N.G.E.I.?»

 

  • Perché il nostro è un movimento libero, accanitamente, irriducibilmente libero da ogni ingerenza politica, confessionale o d'interesse, e deve rimanere tale contro chiunque fosse di diverso avviso. È uno dei nostro vanti, anche se da esso derivano molte difficoltà materiali. In questa nostra determinazione siamo rafforzati, proprio in questi giorni, dalla parola di Lady Baden-Powell of Gilwell, la vedova del fondatore dello Scoutismo, che per tanti anni ha condiviso con Lui la fede e le opere per lo sviluppo del Movimento, e che ora continua con lo stesso entusiasmo il suo apostolato. In una conferenza tenuta a Roma l'11 giugno di quest'anno, Lady Baden-Powell ha detto testualmente: «Il Movimento Scout è aperto a tutte le razze ed a tutte le nazionalità, non sottostà ad una determinata comunità, né ad una determinata Chiesa, né ad un determinato Governo o Partito; è un movimento libero di gente libera che ha per regola lo sforzo volontario e la libertà».
  • Perché il nostro è un movimento di potente amalgama nazionale. I nostri reparti sono aperti a tutti i giovani: ai cattolici che ne costituiscono la maggioranza, agli israeliti, ai protestanti. E tutti ugualmente vi apprendono a vivere in una società moderna e democratica con la pratica della vita associata, con l'incorporazione in quelle squadre di gioco e di servizio del prossimo che sono i nostri Gruppi.
  • Perché i Corpo Nazionale si rivolge proprio a quei giovani i quali più hanno bisogno di spiritualità e di ideali che sopperiscano ad una fede religiosa meno accesa od operante; giovani che - con i non cattolici - resterebbero fuori dallo scoutismo se non vi fosse il C.N.
  • Perché il C.N. attua in pieno il principio scout della solidarietà e della fratellanza umane, cominciando con l'abolire ogni condizione alla partecipazione ad esso.
  • Perché è nello stesso interesse del Movimento che esso non resti limitato, in Italia, ai giovani di una sola casta o di una sola religione, ma che, al contrario, esso sia diffuso fra tutti ed illustri ai vari partiti l'utilità della preparazione non di uomini di parte, ma di uomini di carattere, sani, retti; di buoni cittadini capaci di scegliere la loro strada fra le varie tendenze politiche e di seguirla lealmente, coraggiosamente, disinteressatamente; noi diremmo, in una parola: scoutisticamente. L'assurdità della propaganda politica di un partito fra i giovani ha fatto le sue dolorose prove. Né crediamo che la partecipazione dei giovani alla vita politica, anche quando la scelta si presenti loro tra più partiti, armato ciascuno della sua propaganda, possa rendere ponderati i giovani intelletti tutti fuoco ed entusiasmo, od eliminare l'egoismo dall'animo dei giovani sui quali appetiti ed ambizioni hanno tanta presa, quasi per necessità fisiologica.

 

Senza dubbio sembreremo immodesti a qualcuno, ma è nostra convinzione profonda che la preparazione dei giovani alla stessa vita politica intesa come un dovere, come l'esercizio di tutte le responsabilità del cittadino, debba essere fatta secondo il nostro metodo e cioè al di fuori delle passioni politiche, in un ambiente nel quale il carattere, il senso di responsabilità e l'intelligenza si sviluppino senza barriere dogmatiche di nessun genere, nell'osservanza di una Legge d'onore, animata da un altissimo ideale di fraternità, di solidarietà umana; in un ambiente in cui i giovani vengono preparati ai doveri che li attendono nella vita del Paese, educandoli al civismo ed al servizio del prossimo.

A queste convinzioni di vecchi Scout divenuti uomini maturi ed operanti, padri di famiglia e cittadini consci dei loro doveri, nel periodo della «Giungla Silente» (vogliamo chiamare così gli anni dalla soppressione nel 1927 alla rinascita), a queste convinzioni e a null'altro risponde la rinascita del Corpo Nazionale; ispirandosi a questi principi  esso deve prosperare nella nuova atmosfera della Federazione Esploratori Italiani. 

La strada è dura e difficile. non ci facciamo illusioni. Saremo ostacolati dalle conventicole piccole o grandi; da coloro cui non riesce staccarsi dall'interesse personale o di partito, dalle nostre stesse debolezze. Potremo accettare soltanto gli aiuti di chi non chiederà in cambio nessun vantaggio diretto.

Nostre sole difese, nostre sole armi, saranno la bontà della nostra fede, il rispetto dei principi cui il C.N. ispira la sua rinascita, la costanza del nostro entusiasmo, la purezza del nostro apostolato.

Per questo, nell'augurarvi buona caccia nella Giungla finalmente ridesta e più attraente che mai, noi vecchi Scout ci permettiamo ricordarvi l'ammonimento con cui Akela, il Solitario, invitava i suoi lupi all'attenzione ed alla meditazione nell'interesse del Clan, alla osservanza o alla difesa della legge,  li metteva in guardia contro le intrusioni; l'ammonimento che dovrete ripetervi, nel successo e nelle difficoltà:

«Guardate, guardate bene, o Lupi!»

Guardate la purezza delle intenzioni dei Lupi che tornano, della loro attività e della loro vita negli anni della «Giungla silente», il disinteresse degli aiuti vi saranno offerti e, soprattutto, in voi stessi e intorno a voi, che siano rispettate la Legge e le finalità del C.N. e sian conservati i suoi caratteri essenziali, nonostante difficoltà o lusinghe, speranze o delusioni.

«Guardate, guardate bene, o Lupi!»

 

I VECCHI ESPLORATORI